Ricerca cinese?
Sono un po' stupito di questo articolo di Punto Informatico, noto portale di notizie a carattere informatico-economico italiano. In pratica dice che la Cina ha in programma di portare al 2,5% del PIL la percentuale di investimenti in ricerca scientifica.
Questa notizia mi scombussola, avevo un'idea di Cina arretrata, sfruttatrice di bambini, produttrice di prodotti di bassa qualità ma in grande quantità, di falsi delle marche più famose.
Ma in questo articolo si dice che la rete informatica delle istituzioni accademiche cinesi viaggia già con l'IPv6 (la tecnologia Internet del prossimo futuro) e che gli ingegneri che vengono fuori da lì sono tutto meno che impreparati. Ciò cozza con l'idea comune che abbiamo dei cinesi!
La percentuale di PIL dedicato alla ricerca è considerato da tutti (scienziati, ricercatori, economisti, sociologi, tranne i politici italiani) il termometro dello sviluppo di un Paese. Giappone e USA sono all'irraggiungible 3%, la media europea è del 2,2%, e la Cina attualmente sta al 1,3%, in previsione di superare l'Unione Europea entro il 2010.
L'Italia è all'1%... se questo è un termometro, vuol dire che abbiamo la febbre molto alta.
Per farla breve, la Cina non sta crescendo solo economicamente, sta crescendo anche scientificamente e non può che esser ulteriore motivo di preoccupazione per noi. La nostra leadership non si difende con le bombe contro un avversario come questo, ma con i cervelli.
Quei cervelli che oggi scappano verso l'America e che fra 10 anni scapperanno verso la Cina se non ripensiamo la Ricerca Scientifica in Italia.
Davide
Questa notizia mi scombussola, avevo un'idea di Cina arretrata, sfruttatrice di bambini, produttrice di prodotti di bassa qualità ma in grande quantità, di falsi delle marche più famose.
Ma in questo articolo si dice che la rete informatica delle istituzioni accademiche cinesi viaggia già con l'IPv6 (la tecnologia Internet del prossimo futuro) e che gli ingegneri che vengono fuori da lì sono tutto meno che impreparati. Ciò cozza con l'idea comune che abbiamo dei cinesi!
La percentuale di PIL dedicato alla ricerca è considerato da tutti (scienziati, ricercatori, economisti, sociologi, tranne i politici italiani) il termometro dello sviluppo di un Paese. Giappone e USA sono all'irraggiungible 3%, la media europea è del 2,2%, e la Cina attualmente sta al 1,3%, in previsione di superare l'Unione Europea entro il 2010.
L'Italia è all'1%... se questo è un termometro, vuol dire che abbiamo la febbre molto alta.
Per farla breve, la Cina non sta crescendo solo economicamente, sta crescendo anche scientificamente e non può che esser ulteriore motivo di preoccupazione per noi. La nostra leadership non si difende con le bombe contro un avversario come questo, ma con i cervelli.
Quei cervelli che oggi scappano verso l'America e che fra 10 anni scapperanno verso la Cina se non ripensiamo la Ricerca Scientifica in Italia.
Davide
1 Comments:
Sono contento che investano in tecnologia...in ogni caso questa visione positiva non esclude l'altra faccia della medaglia: ovvero un paese con manodopera sfruttata, diritti umani sotto lo zero, povertà diffusa, ecc....
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